Proteggere gli edifici dal maltempo e dagli eventi atmosferici intensi

Proteggere gli edifici dal maltempo

Attualità | Prodotti, Servizi e Azienda

Attualità | Prodotti, Servizi e Azienda

Proteggere gli edifici dal maltempo e dagli eventi atmosferici intensi

Eventi atmosferici sempre più intensi mettono a dura prova la resistenza degli edifici più vecchi. Al giorno d’oggi, infatti, grandinate eccezionali, intense piogge e raffiche di vento impetuose sottopongono a forte stress le coperture progettate con standard edilizi obsoleti. Si rivela quindi sempre più importante intervenire con ristrutturazioni o rifacimenti, così da annullare la possibilità che si verifichino danni strutturali ingenti. In questo approfondimento parliamo di prevenzione, come fare per proteggere gli edifici dal maltempo, giocando d’anticipo. Lo facciamo partendo da un punto di vista inusuale, quello delle polizze assicurative per la casa, i condomini, gli edifici industriali e commerciali.

Tetti per un mondo che cambia

Assicurazione casa eventi atmosferici: cosa copre e come prevenire i danni

Le polizze assicurative per la casa, i condomini, per gli edifici industriali e commerciali possono comprendere delle garanzie per salvaguardarsi dalle conseguenze di eventi atmosferici violenti. Sono da considerarsi in questa categoria i fenomeni atmosferici di questo tipo:

  • Vento: trombe d’aria, cicloni, tifoni, uragani, raffiche di vento molto forti;
  • Precipitazioni: intense grandinate, tempeste di pioggia, tormente di neve;
  • Fulmini;
  • Rocce: caduta sassi e frane rocciose;
  • Neve: sovraccarichi di neve.

Tutelarsi con polizze assicurative è una buona prassi per riuscire a far fronte a spese di riparazione più o meno ingenti ma comunque impreviste. Allo stesso modo, la prevenzione è altrettanto utile per evitare che il danno si verifichi o, quantomeno, venga contenuto. Come fare prevenzione per proteggere la durabilità del tetto anche di fronte ad eventi atmosferici intensi?

Proteggere gli edifici dal maltempo già dalla fase di progettazione

La fase di progettazione è determinante per individuare la migliore soluzione in relazione agli agenti atmosferici e prevenire l’insorgenza di problemi nell’edificio nel corso della sua vita utile. Le norme vigenti aiutano in questo senso il progettista nel seguire dettami costruttivi idonei al luogo geografico e alle caratteristiche dell’edificio.

Vento

Le Norme Tecniche delle Costruzioni 2018 (Decreto Ministeriale 17.01.2018) dedicano un’ampia trattazione (Paragrafo C 3.3) all’azione del vento sulle coperture, specificando e rendendo più restrittive le indicazioni progettuali da rispettare rispetto alla precedente versione del 2008. L’azione del vento sulle coperture viene definita in base a diversi parametri di progetto:

  • Localizzazione;
  • Altitudine;
  • Altezza dell’edificio;
  • Conformazione del territorio circostante;
  • Altri parametri peculiari di progetto;

La norma individua anche le zone critiche di una copertura esposta al vento, ovvero:

  • Area in prossimità del colmo principale;
  • Area in prossimità del colmo secondario;
  • Area in prossimità delle gronde;
  • Area in prossimità delle sovrapposizioni di testata.

 

Precipitazioni

Diverse norme tecniche trattano i sistemi di smaltimento delle acque meteoriche. Ad esempio, la norma UNI EN 612:2005 “Canali di gronda con nervatura irrigidente frontale e pluviali giuntati a freddo di lamiera metallica” specifica i requisiti dei canali di gronda e dei pluviali di metallo prodotti in fabbrica, le loro caratteristiche generali, il sistema di designazione, la classificazione, la marcatura ed i requisiti di qualità dei prodotti. Quanto al dimensionamento delle gronde, non esiste una norma specifica ma è buona prassi partire dalla definizione del carico di neve e vento che agisce sul canale per definire la distanza delle staffe di supporto (tra 0,5 e 1 m) e scegliere le caratteristiche meccaniche del canale di gronda in base al materiale e allo spessore. Negli ultimi anni, dati gli eventi sempre più improvvisi e copiosi, i progettisti sono portati a dimensionare con ampi margini di sicurezza, al fine di evitare fenomeni di infiltrazione dell’acqua piovana nell’edificio.

Neve

Relativamente all’azione della neve sugli edifici, le Norme Tecniche delle Costruzioni 2018 dedicano un paragrafo specifico. Una buona progettazione deve certamente garantire la resistenza ai carichi neve ma anche impedire che banchi di neve, staccandosi improvvisamente dal tetto, cadano in basso provocando danni a terzi. Elementi rompighiaccio e fermaneve, opportunamente progettati risolvono la problematica. Da sottolineare il fatto che questa norma sia stata aggiornata rispetto alla versione precedente rivedendo a ribasso le formule di calcolo del carico neve che agisce sul tetto. Una revisione dettata probabilmente dall’incremento delle temperature medie nostrane, come effetto dei cambiamenti climatici in atto.

Proteggere gli edifici dal maltempo: come scegliere materiali e componenti

La scelta dei materiali è determinante per dare longevità all’edificio, nel rispetto dei vincoli normativi. Infatti, sono le proprietà fisiche dei prodotti e dei materiali che li compongono a consegnare solidità e durabilità al sistema-tetto di un edificio.

Vento

Materiali resistenti all’azione meccanica del vento agente sulle coperture, forme e profili idonei allo smaltimento dell’acqua e a conferire resistenza meccanica all’elemento di copertura.

Elementi di lattoneria e dettagli costruttivi studiati ad hoc per evitare che il vento si insinui con rischio di azioni non previste su strutture ed elementi dell’involucro edilizio.

Pioggia

Estrema prudenza nel dimensionamento del canale di gronda e delle staffe di supporto, del passo e del diametro dei discendenti, protezione con griglie dei bocchelli dei pluviali per garantire il perfetto smaltimento delle acque piovane, sempre.

Grandine

Materiali resistenti all’urto della grandine, oramai sempre più pesante e dannosa.  Sono da evitare materiali fibrosi o materiali metallici con una resistenza inadeguata onde evitare rotture o danni non ripristinabili, preferendo invece metalli altamente resistenti come l’acciaio.

Gli agenti che accelerano il deperimento di una copertura

La fotodegradazione da raggi UV causata dall’irraggiamento solare, le dilatazioni termiche differenziali, la corrosione elettrochimica e i cicli di gelo e disgelo sono le principali cause di deterioramento dei materiali nel tempo.

D’altronde, il tema della durabilità è richiamato tra i requisiti prestazionali richiesti dalle Norme Tecniche 2018, e ne rappresenta una novità rispetto alla precedente versione del 2008.

Alcuni contesti come quelli urbani, industriali o portuali, presentano un livello di aggressività elettrochimica particolare per i materiali edilizi, soprattutto per quelli metallici.

Inoltre, in ambiente marino la presenza di elevata umidità e le forti concentrazioni di cloruro di sodio, favoriti dalle elevate temperature, determinano invece un violento attacco corrosivo dei metalli non adeguatamente protetti, con la conseguenza di una corrosione rapida e inesorabile, che limita fortemente il ciclo vita di tali componenti edilizi.

La durabilità delle soluzioni di copertura Ondulit

Per il rivestimento dell’involucro edilizio è necessario scegliere materiali ad altissima protezione, progettati per resistere nel tempo agli agenti esterni più aggressivi. È infatti noto che qualsiasi acciaio preverniciato, anche della qualità migliore presente sul mercato, quali i poliesteri ad alta durabilità HD e le vernici a base di policarbonfluoruri PVDF, o le resine polifluorurate, presentino una protezione del metallo costituita da un rivestimento organico e, come tale, permeabile e di spessore limitato ad alcuni micron (standard 25 micron, max 200 micron). Nei punti di profilatura della lamiera, inoltre, il rivestimento di vernice viene stirato, e lo spessore si assottiglia con il rischio di fessurarsi.

La lastra a protezione multistrato, invece, presenta un rivestimento in estradosso dell’acciaio esposto di 1700 micron ed è conforme alla norma di prodotto EN 14782 Appendice A, che richiede, per la sola versione multistrato, l’attestazione di durabilità del prodotto nel tempo in atmosfere altamente corrosive (marina, urbana, industriale). La lastra multistrato è dotata di certificato di durabilità e resiste:

  • oltre 4000 h in nebbia salina secondo test standard ISO 9227;
  • oltre 3000 ore in umidità forzata secondo EN ISO 6270-1
  • oltre 45 cicli in all’anidride solforosa (ISO 6988).

Utilizzare in copertura prodotti in grado di resistere ad eventi atmosferici intensi e agli agenti deterioranti consente di godere di soluzioni costruttive longeve e assicura due vantaggi:

  • Allontana nel tempo gli interventi di rifacimento o ristrutturazione del tetto;
  • Permette di godere di una copertura longeva almeno tanto quanto il ciclo di vita utile dell’edificio.

Scopri la tecnologia multistrato