03 Mag Come fare per contrastare l’effetto isola di calore urbana
L’estate porta con sé temperature elevate ed ondate di calore sul territorio italiano. Riuscire a sopportare il caldo talvolta può essere una vera e propria sfida, che diventa ancora più ardua in città. Questo accade per via di un fenomeno microclimatico denominato “effetto isola di calore urbana” che porta, a livello locale, l’aumento delle temperature fino a 5°C tra il centro città e le campagne circostanti. In questo contenuto vedremo insieme come fare per contrastare l’effetto isola di calore urbana e le soluzioni per gli edifici industriali, commerciali, pubblici e abitativi in grado di ridurre questo fenomeno in città.
Meno caldo in città
Che cos’è l’effetto isola di calore o isola di calore urbana
L’effetto isola di calore è un fenomeno che provoca la formazione di un microclima più caldo all’interno delle aree urbane. È generato da diversi fattori in interazione tra loro che ostacolano la naturale dispersione del calore al suolo. La città, infatti, è l’ambiente nel quale si concentrano le attività delle persone e di conseguenza anche le emissioni di gas di scarico dai veicoli, dagli impianti di riscaldamento e di climatizzazione o dalle attività industriali. Inoltre, in città vi è una maggior cementificazione del suolo, c’è un reticolato stradale in asfalto e una predominanza di superfici verticali rispetto a quelle orizzontali. Se da un lato le emissioni provocate dalle attività dell’uomo generano calore, dall’altro gli elementi architettonici ostacolano la naturale circolazione dell’aria, favorendo l’accumulo di calore dei materiali esposti all’irraggiamento solare. Questo mix di fattori provoca una significativa differenza di temperatura tra la città e la campagna limitrofa.
Quali sono gli effetti percepiti dell’isola di calore
L’estensione dell’area urbana incide molto sulla percezione della differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno della città: più è vasta, più il fenomeno sarà acuto. In generale si può osservare che durante l’inverno il numero di giorni di gelo sarà più basso in città che nella campagna limitrofa, mentre d’estate in città le ondate di calore saranno più intense, con temperature più elevate e minore escursione termica notturna.
Come ridurre l’effetto isola di calore
Per ridurre l’effetto isola di calore urbana si interviene aumentando la distribuzione del verde in città e impiegando materiali da costruzione e pitture a ridotto assorbimento di calore.
Lo studio microclimatico del territorio aiuta ad individuare le migliori soluzioni progettuali affinché le forme e le dimensioni degli edifici favoriscano la ventilazione naturale e l’inserimento di alberi e aree verdi urbane.
Parallelamente alla progettazione urbana si può procedere anche alla scelta di materiali da costruzione e pitture che assorbano poco calore per irraggiamento, da applicare sulle superfici esposte al sole, ovvero la pavimentazione esterna e l’involucro esterno degli edifici.
Pavimentazioni a basso assorbimento di calore
Ad oggi, l’asfalto è il materiale più diffuso per ricoprire le strade e le piazze urbane. Questo perché è un materiale che, se in ottimo stato, garantisce elevate prestazioni per la sicurezza degli automobilisti a prezzi contenuti. Tuttavia, è un materiale che assorbe molto calore durante il giorno, che viene rilasciato lentamente durante le ore notturne.
Esistono soluzioni alternative, come bitumi speciali e pavimentazioni ad alta riflettanza realizzate con materiali naturali che limitano l’accumulo di calore ed il surriscaldamento cittadino. Sono soluzioni che trovano la loro miglior applicabilità nei centri città, nelle zone pedonali, nelle aree di sosta dei veicoli e nelle zone industriali.
Contrastare l’effetto isola di calore: soluzioni per edifici
Diverso il discorso per gli edifici, per i quali le soluzioni devono essere applicabili sulle superfici verticali e orizzontali dell’involucro edilizio.
Per le pareti esterne la soluzione più diffusa è quella di scegliere tinte chiare ad alta riflettanza solare. Tuttavia, negli ultimi anni, l’architettura sta dando spazio all’applicazione di giardini verticali che trovano nel Bosco Verticale di Milano la loro più elevata realizzazione architettonica.
Il verde è applicabile anche in copertura, dove prende il nome di tetto verde. Prevede l’installazione di vegetazione in copertura, così da migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio e ridurne l’impatto ambientale.
Il tetto verde è sicuramente moderno e sostenibile, ma ad oggi è una soluzione di rara applicazione. Ad essa si preferisce il ricorso a tetti ad alte prestazioni termiche. Sono soluzioni di copertura che prevedono l’applicazione di materiali ad alta riflettanza solare, certificati con alti valori di SRI (Solar Reflectance Index).
Tetto Cool Roof: benessere per le persone e l’ambiente
Un tetto Cool Roof salvaguarda allo stesso tempo il benessere delle persone che vivono o lavorano all’interno dell’edificio e di coloro che vivono l’ambiente circostante all’edificio stesso.
Le soluzioni di copertura Cool Roof, infatti, lavorano affinché la maggior parte dell’energia termica solare incidente sulle superfici venga riflessa e quella assorbita venga riemessa verso l’esterno dell’edificio, mantenendo quindi la superficie fresca (cool). In questo modo, le basse temperature superficiali riducono l’effetto isola di calore.
Questa azione porta vantaggi percepibili a pelle anche negli ambienti sottostanti il tetto, ancora più evidenti quando la copertura possiede un intradosso basso emissivo che riduce ulteriormente il trasferimento del calore all’interno dell’edificio.
Dal tetto Cool Roof ai Cool Color
Fino a qualche anno fa, il bianco era il colore tipico del Cool Roof, perché caratterizzato da un’elevata riflettanza solare. Anche l’alluminio naturale è un buon cool roof, se protetto da lacca incolore. Tuttavia entrambi sono spesso incompatibili con l’architettura storica tipica del nostro territorio nazionale. Per questo motivo sono stati sviluppati i Cool Color, colori eterogenei con basso Solar Reflectance Index. I Cool Color sono materiali speciali, progettati per essere colorati soltanto nel campo del visibile (intervallo spettrale tra 0.4 e 0.7 mm), e trasparenti nel capo dell’infrarosso (NIR –tra 0.7 e 2.5 mm), il campo in cui la radiazione solare è invisibile all’occhio umano ma include oltre metà dell’energia totale incidente.
Coperture Ondulit Cool Roof
I tetti Ondulit sono Cool Roof dal 2016. Anche i colori scuri sono caratterizzati da una Riflettanza Solare R e da un SRI maggiori del 30%.
Abbiamo infatti sviluppato delle vernici speciali che ci hanno permesso di rivoluzionare il comportamento dei nostri tetti.
Rispetto ad un tetto standard di colore blu, il tetto Ondulit Blu ha un Solar Reflectance Index migliore di oltre 8 volte, il Grigio Ardesia 5 volte ed il Rosso testa di Moro 6 volte.
Tutti i colori di Ondulit sono certificati per R e SRI presso EELAB, il laboratorio specializzato in Efficienza Energetica dell’Università di Modena Reggio Emilia, Dipartimento Enzo Ferrari.
Valori minimi di riflettanza solare e di emissività termica sono direttamente o indirettamente prescritti dalla normativa di ambito energetico e urbanistico in molti Paesi sviluppati, ovvero da programmi volontari di incentivazione dell’efficienza energetica come Energy Star (negli Stati Uniti) o LEED. Le proprietà radiative iniziali e/o dopo invecchiamento naturale o accelerato possono essere certificate attraverso organismi come il Cool Roof Rating Council (CRRC) negli Stati Uniti o l’European Cool Roof Council (ECRC).
In Italia già dal 2015 il Decreto Legislativo 26.6.2015 imponeva per i tetti inclinati una Riflettanza Solare R maggiore del 30%. L’SRI è invece richiesto dai Criteri Ambientali Minimi (CAM) dove si prescrive SRI³29% per le coperture con pendenza superiore al 15%.